Svizzera, Baviera, Tirolo, Dolomiti

Agosto 2005 Svizzera, Baviera, Tirolo, DolomitiCirca 2500 km 

Una vacanza all’insegna del maltempo: una ventina di giorni dei quali solo cinque sono stati quelli completamente asciutti e alcuni degli altri quindici sono stati veramente molto bagnati.Pensando che si è trattato di una vacanza su due ruote e in tenda.......

Il lato positivo, a volerlo trovare, è che mi sono fatto una bella esperienza in tema di lotta contro le intemperie e che ho potuto testare la validità di diversi prodotti anti-pioggia.Altro aspetto positivo è che certe località sono talmente belle che riescono ad affascinare anche in condizioni così avverse.

A distanza di tempo ho quasi dimenticato le maledizioni quotidiane che ho riservato a tutti gli dei dell’olimpo in quei giorni e mi restano vivi i ricordi piacevoli.

Che cominciano sin dal primo giorno: da torino a thusis, in svizzera, circa 400km con una breve sosta sul lago d’orta, una a locarno, la bellissima strada del passo san bernardino e le prime spruzzate di pioggia.

Il giorno dopo meno strada ma molta più acqua: circa 200km fino a fussen in germania passando per davos, il fluela pass e un lungo tratto di engadina, cielo plumbeo, nuvole basse e acquazzoni con una menzione particolare per la zugspitze, il maestoso gigante montuoso vicino a garmisch.

Poi un paio di giornate di riposo per il beverly con le visite ai castelli di hoenschwangau e di neuschwanstein, della cittadina di fussen e delle zone limitrofe sempre e comunque all’insegna del tempo incerto e sempre con l’ombrello pronto all’uso.

Poi rotta verso salisburgo, altri 200km e la consigliabile visita al castello di linderhof, tutti dal primo all’ultimo percorsi sotto una pioggia incessante.

Necessario rinunciare alla tenda per poter asciugare il bagaglio in un accogliente b&b nei dintorni di salisburgo.In attesa di essere di nuovo asciutto un paio di giorni in giro per la città, notevole, e i suoi dintorni e una giornata, la prima finalmente bella nella vicina zona di berchtesgaden, un angolo di paradiso: la jenneralm, una montagna che domina un panorama indimenticabile, il nido d’aquila di hitleriana memoria e il konigsee, un fiordo norvegese trapiantato in mezzo alle alpi.

Ancora una bella giornata per avvicinarmi a una delle mete da cui era nato l’itinerario: raggiungo zell am see da cui avrei attaccato il giorno successivo il mitico grossglockner.

Per arrivare a zell am see l’ho presa un pò larga e sono passato da kitzbuhel dove vale la pena di pagare un esoso pedaggio per salire una vertiginosa salita fino al kitzbuheler horn da cui si domina un paesaggio da favola.

La discesa è talmente vertiginosa che sono rimasto senza freni a metà strada, esperienza che non consiglio a nessuno: sentire le leve che vanno a fondo corsa senza alcun risultato è una bella emozione, in discesa ancora di più, per fortuna in quel momento andavo piano!

La mattina dopo il lago di zell am see, molto suggestivo, era coperto di nuvole bassissime: sono riuscito a smontare la tenda e a caricare tutto un attimo prima che ricominciasse a piovere ma le notizie davano neve e visibilità nulla su in quota per cui al grossglockner ho dovuto rinunciare e per il rientro sul suolo patrio ho scelto una strada più bassa  e un lungo tunnel per raggiungere lienz e di lì dobbiaco e infine san cassiano in badia dove mi aspettavano sorella e cognato.

È stata la giornata più difficile: 200km abbondanti in mezzo alle montagne sotto un muro d’acqua incredibile, tanto da dovermi a un certo punto fermare perchè mi sembrava che le cose stessero diventando pericolose oltre che disagevoli.

Da san cassiano erano in programma un tot di giorni dedicati alle dolomiti: passeggiate, escursioni, km e km di strade panoramiche.Il meteo, naturalmente, non ha dato tregua: i primi tre o quattro giorni, tanto per cambiare, pioggia e nuvole basse e dunque niente di tutto quanto previsto.

Finalmente le cose sono migliorate e nei giorni successivi ho fatto una vera indigestione di passi dolomitici: pordoi, sella, campolongo, l’alpe di siusi, fedaia, gardena, rolle, valparola, nigra, falzarego, valles, giau, tre croci e il rifugio auronzo  che merita un racconto a parte, santa lucia e altri che non ricordo.

Le dolomiti sono un vero capolavoro della natura e lo scooter o la moto sono il modo più bello e comodo per girarle, non ho dubbi.

Il tempo non è stato molto generoso per il sole ma almeno mi ha quasi risparmiato l’acqua.

Poi è stata l’ora di tornare verso casa, in due tappe: la prima fino a madonna di campiglio e la seconda di lì a torino attraverso il passo di crocedomini, un’altra chicca di cui vi parlerò a parte.

 

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